PRODOTTI TIPICI  A MONASTERO

 

Vittorio Emanuele II di Savoia amava venire a caccia da queste parti e fermarsi nelle cascine a pranzare con i contadini....e le contadine (l'era in bel om ). I piatti tipici sono tanti e non riguardano solamente Monastero, ma la maggior parte della Langa Astigiana. La polenta, ad esempio, a prepararla non è cosi semplice come potrebbe sembrare. Intanto occorre la farina giusta ottenuta dalla meria d'eut file (il granturco con file di otto chicchi), macinata sotto le grandi pietre del mulino di Cesare, el muliné ed Vesme (il mugnaio di Vesime). Poi è necessario un capace caudrein d'aram (il paiolo di rame) con l'acqua da posare sul fuoco che crepita nella stufa di ghisa e per rimescolare serve un polentao de snerv (un bastone di legno di ginepro). La polenta cuoce piano piano, "parlottando" per più di un'ora e versata sulla polentoira (tagliere di legno). Un'altra pietanza tipica invernale della Langa è la puccia, un piatto unico sostanzioso che è stato riscoperto dalla pro-loco di Monastero. Si tratta in sostanza di una soffice polentina cotta in un brodo di verdure (cavoli e fagioli) insaporita da un soffritto di lardo e cipolla. La puccia viene poi condita con burro e formaggio oppure lasciata raffreddare e abbrustolita sulla stufa e legna: una squisitezza!

L'uccisione del maiale è sempre stata l'occasione per feste e banchetti: nulla del prezioso suino viene buttato: dalla carne e dal grasso, preziosi ingredienti di salumi cotti e crudi, al lardo - dalla cui fusione si ottengono lo strutto e i ciccioli - dalla coda bollita alle ossa e alle costine, ideali accompagnamento dei ceci bolliti. Per non parlare, poi, della torta di sangue, dei batsoà (gli zampini imbevuti nell'aceto e fritti), della griva e delle frisse, preparazioni contadine a base di fegato e altre frattaglie, da consumare fritte e caldissime. Nelle belle giornate, i contadini monasteresi dicono: "tut lo co spònta la testa l'é bòn da bité ant'la mnestra" (tutto quello di cui spunta la testa è adatto da mettere nella minestra).  Al contrario, nelle fredde serate invernali occorre ingegnarsi con quello che offre la dispensa e allora ecco spuntare salse e marmellate, conserve e bagnet di diversi tipi: rosso, verde e la micidale bagna d'l'infern, un sugo dal gusto piccante adatto ad essere degustato con un saporito bollito misto alla piemontese.

 

Il paniere enogastronomico di Monastero si completa con altri prodotti tipici della Langa Astigiana. La viticoltura ha i suoi punti di forza nella produzione di ottimi vini D.O.C.e D.O.C.G. come il Moscato d'Asti, il Brachetto d'Acqui, il Barbera d'Asti e del Monferrato, il Dolcetto d'Asti e d'Acqui. Completano il panorama enologico lo Chardonnay, il Cortese e il Freisa. Il settore caseario annovera la Robiola di Roccaverano D.O.P., fiore all'occhiello della gastronomia di Monastero e della Langa Astigiana. In zona vi sono molti produttori-allevatori che seguono il disciplinare della Robiola e producono il Roccaverano "classico" con solo latte crudo di capra. Le capre appartengono alla razza Roccaverano, splendida varietà autoctona salvata dall'estinzione grazie all'accorta politica di tutela della Comunità Montana Langa Astigiana. La Robiola di pura capra  consumata fresca o stagionata, da sola o abbinata al miele e mostarda d'uva, è immancabile nei più famosi ristoranti e nelle più note gastronomie a livello nazionale. Le piccole stalle di collina allevano capi bovini di razza piemontese e i migliori vengono ingrassati con cura per partecipare alla fiera di San Desiderio, la terza domenica di luglio. La diffusione dell'allevamento ovicaprino consente  di immettere sul mercato del giovedì - soprattutto per Pasqua - una buona quantità di agnelli e capretti, dalle carni delicate e saporite grazie al latte aromatico dovuto all'alimentazione a base di erbe selvatiche. Un'altra tradizionale forma di allevamento è quella degli animali da cortile: conigli, galline, faraone, tacchini e soprattutto capponi di pura e antica razza livornese. La macellazione del maiale è ancora un rito vissuto in quasi tute le cascine ed ecco allora la serie golosa di salumi e insaccati che puntualmente ritroviamo nella macelleria del paese: salame cotto e crudo, testa in cassetta, sanguinacci, frizze, grive, salsiccia, cacciatorini, pancetta e il lardo. Numerosi noccioleti tengono alta la tradizione della Nocciola Piemonte I.G.P. Ideale complemento del cioccolato per la preparazione dei classici dolci piemontesi; non manca la produzione di miele nelle varietà acacia, castagno e millefiori. Quanto al mais, sta rinascendo una per ora timida produzione dell'antico otto file, ideale per la cottura dei tradizionali polentoni che animano le feste dei paesi della zona. La farina di mais è ingrediente essenziale anche per la già nominata puccia.